LE PERSONE IN FURLOUGH SALGONO A 4,7 MILIONI

Molte minoranze sono state maggiormente colpite dai licenziamenti, e - “chi ha conservato il lavoro, è pagato meno”.

A gennaio, altre 700mila persone sono finite in furlough, portando il numero totale dei lavoratori in cassa integrazione a 4,7 milioni di unità.

Il settore che vede la maggior parte delle persone in furlough è l’ospitalità, secondo i dati di HMRC, che segnala anche le fasce d’età e il sesso.
I giovani tra i 18 e i 24 anni sono i più colpiti dalla cassa integrazione, che vede nello specifico 2,32 milioni di donne e 2,28 milioni di uomini.

Il 68% delle aziende del catering e dell’ospitalità ha messo parte o tutto lo staff in furlough, mentre il settore dell’arte e dell’intrattenimento è al secondo posto, con il 64% del personale in cassa integrazione.

Le persone in furlough sono aumentate di quasi un milione, da novembre ad oggi, con un balzo nel mese di gennaio, storicamente un periodo di poche assunzioni, specialmente nel catering.
Se a novembre le persone in furlough erano 3,9 milioni, a dicembre si era arrivati a 4 milioni, nonostante storicamente questo mese sia quello di maggiori assunzioni nella ristorazione.

Poi il balzo di gennaio, che segue il record della disoccupazione registrato nell’ultimo trimestre del 2020, pari al 5,1% e 1,74 milioni di disoccupati.

La situazione è comunque nettamente migliore rispetto al primo lockdown, quando si era arrivati ad un totale di 9 milioni di lavoratori in cassa integrazione.

Intanto i sindacati lanciano l’allarme razzismo, nel mercato del lavoro. Secondo il TUC, Trade Union Congress, il tasso di licenziamenti tra la popolazione asiatica e di colore, è doppio rispetto a quello registrato tra la popolazione bianca.

A quanto riferisce il segretario generale del TUC, Frances O’Grady, la pandemia ha mostrato un razzismo strutturale nel mercato del lavoro e nella società inglese.

Molte minoranze sono state maggiormente colpite dai licenziamenti, e – “chi ha conservato il lavoro, è pagato meno” – aggiunto la O’Grady.

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