I primi effetti della Brexit si sono fatti subito vedere, e alla ripresa delle negoziazioni commerciali dopo le feste, la City perde 5 miliardi di operazioni bancarie.
Sono le conseguenze dei regolamenti finanziari dell’Unione Europea, che prevedono che le transazioni delle aziende con sede nella UE debbano essere regolate da banche europee.
Così, 5 miliardi di business commerciale hanno lasciato Londra per finire in banche francesi, tedesche e olandesi, facendo perdere alla City la sua posizione di leader nei patrimoni netti commerciali.
Secondo Alasdair Haynes, CEO e fondatore di Aquis Exchange, che ora gestisce queste transazioni nell’Unione Europea, la Brexit è stato uno “spettacolare autogol” per la Gran Bretagna, che deve dire definitivamente addio alla sua posizione dominante nelle transazioni commerciali.
“Molti degli affari francesi e tedeschi, prima transati nella City, ora vengono regolati e controllati in Europa.” – aggiunge Belinda Keheyan, capo-marketing di Aquis.
Il premier Boris Johnson risponde che la City si adatterà e prospererà moltissimo, e questo comunque, fanno notare da Aquis, è solo un aspetto del business tra UE e Regno Unito, e ci sono altre linee patrimoniali, come assicurazioni e prodotti bancari in cui la Gran Bretagna può ancora dire la sua.
Il deal raggiunto alla vigilia di Natale esclude i servizi finanziari, e Londra e Bruxelles si rivedranno per discutere il Memorandum of Understanding, su cui si è trovata un’intesa e da attuare a marzo.
I servizi finanziari dovrebbero essere regolati secondo questo memorandum, che però sembra avere una valenza legale molto debole, secondo Aquis, e questo business resterà in Europa.
Londra potrà cercare ora un accordo di equivalenza tra i suoi servizi finanziari interni e quelli provenienti dall’Europa, secondo i regolamenti europei.
Bruxelles ha già degli accordi di equivalenza con altri paesi, come Giappone, Stati Uniti e Svizzera, e presumibilmente verrà cercato un deal anche con il Regno Unito, anche se l’Europa potrebbe unilateralmente ritirare il principio di equivalenza.
Le aziende finanziarie britanniche però sono preoccupate, e vedono gli investimenti nel Regno Unito a rischio.
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